Da oggi il decreto legge sulle emergenze, relative alle gelate della primavera dello scorso anno e alla xyella, comincia il suo iter in commissione Agricoltura alla Camera. In aula quel provvedimento, tanto atteso dal mondo agricolo pugliese, approderà il prossimo 15 aprile. Date annunciate durante il primo vertice convocato al Mise con la filiera dell’olio dal ministro per lo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio e il ministro per il Sud, Barbara Lezzi.

Al tavolo del confronto, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni agricole anche l’assessore regionale all’agricoltura, Leonardo Di Gioia. La crisi del comparto olivicolo è stata fotografata con i numeri di un anno orribile: calo di produzione del 70% con punte del 95% e alla perdita di 100 mila posti di lavoro e a un milione di giornate di attività nel settore.

Ma i numeri della crisi presentati al Governo parlano chiaro: 4 milioni gli alberi totalmente morti per Xylella, 50 mila ettari di oliveti compromessi e oltre 200 frantoi fuori gioco non essendoci olio e altri 100 in procinto di chiudere. “Si rischia una crisi irreversibile per la più grande industria green del Sud Italia”, denuncia la Coldiretti che chiede una strategia condivisa tra i ministeri coinvolti per snellire le procedure per espianto e reimpianto e misure straordinarie a sostegno dei frantoi e del lavoro per il periodo necessario al ripristino delle potenzialità produttive del territorio.

Un intervento quest’ultimo condiviso dai gilet arancioni che chiedono poi la defiscalizzazione di tributi, oneri previdenziali e blocco delle rate dei mutui per le imprese, come anche la rottamazione dei frantoi con adeguato ristoro.

Secondo il coordinamento di Agrinsieme il decreto legge emergenze è una buona base di partenza ma va implementato in termini di risorse e misure e proprio per questo ha annunciato che presenterà una serie di emendamenti mirati in audizione in Commissione agricoltura alla Camera. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno fatto notare la mancanza nel decreto “proprio dei lavoratori che hanno contribuito a creare il vero valore aggiunto delle produzioni” e alla necessità di “modificare la norma attuale sulle calamità, oggi insufficiente”.