pandemia

Venir fuori dalla pandemia con le ossa rotte oppure con un nuovo giocattolo tra le mani che ridia splendore alla pallacanestro italiana.

Del resto il Covid-19 non dà alternative: uccide dal punto di vista sanitario, ma anche sul versante economico. Quale occasione per mettere un punto e riflettere sulle criticità del sistema del Re basket finalmente nudo. La chiusura anticipata dei giochi da parte della FIP è stata decisione legittima perché sarebbe stato impensabile pensare di tornare in tempi rapidi a praticare questo sport.

Ma la scelta è stata molto affrettata e dichiarata senza prima aver stabilito le regole per la ripartenza. Tutto ciò rischia di minare la credibilità di una disciplina sportiva che dovrà fare i contri con le economie risicate dell’intero apparato produttivo del paese. La pensa così anche coach Piero MIllina intervenuto nella puntata di venerdì scorso di Time Out.

“Se questo campionato fosse stato sospeso, facendo ripartire il campionato 2019/2020 nessun dirigente dovrebbe andare fra due mesi a cercare sponsor e tutte le Società sarebbero già iscritte ai vari campionati. Così, quando si arriverebbe a dicembre 2020, l’economia mondiale sarebbe ripartita da qualche mese e quindi chi oggi non paga “per giusta causa”, a gennaio, febbraio, marzo e aprile 2021 non potrebbe più dire che ha la fabbrica chiusa, a meno che non ci si trovi in presenza di sponsor che “non vogliono” e per scelta scorretta non pagano