“Il cybercrime nel secondo trimestre del 2020 ha trovato terreno fertile in Italia soprattutto a causa di una diffusa mancanza di cultura digitale, anche nei singoli cittadini, e dell’inadeguatezza con cui aziende ed enti pubblici proteggono dati sensibili e sistemi informatici”. Sono le parole del direttore Cybersecurity Exprivia di Molfetta, Domenico Raguseo, che ha analizzato i dati in un dettagliato report, attraverso quaranta fonti di informazione pubbliche.

In questo periodo, infatti, diversi siti illegali hanno sfruttato termini come “Corona Antivirus” e simili per introdurre software malevoli nei computer delle vittime, compromettendone il funzionamento. In Italia i crimini informatici, rispetto ai primi mesi del 2020, sono aumentati di oltre il 250%, con picchi di attacchi, incidenti e violazioni della privacy a danno di aziende, privati e pubblica amministrazione: solo nel mese di giugno se ne sono registrati 86. “Complici – secondo il report – l’incremento dello smart working, una maggiore connessione ai social network durante l’emergenza e la riapertura delle industrie subito dopo il lockdown”. Nel 60% dei casi si è trattato di furto di dati; il 17% degli attacchi è avvenuto tramite malware, software o programmi informatici malevoli, che hanno sfruttato il Coronavirus per attirare l’attenzione degli utenti. Tra questi, il programma “Corona Antivirus” o “Covid 9 Antivirus”, un malware che permette ai criminali informatici di connettersi al computer delle vittime e spiarne il contenuto, rubare informazioni o utilizzarlo come vettore per ulteriori attacchi. E ancora “CovidLock”, una tipologia di malware che rende un sistema inutilizzabile esigendo il pagamento di un riscatto per ripristinarlo, che prende di mira gli smartphone Android quando si cerca di scaricare un’app di aggiornamenti sulla diffusione del Coronavirus. Dal report si evince, inoltre, che nel secondo trimestre in Italia sono cresciuti del 700% gli attacchi hacker collegati a campagne internazionali su temi di grande attualità. Quadruplicate le truffe tramite messaggi “esca” via e-mail o tramite social network per carpire dati finanziari delle persone. “Prevediamo che nei prossimi mesi corrano un rischio elevato di attacchi anche i sistemi di videosorveglianza e i dispositivi Internet of Things collegati a Internet che non vengono protetti adeguatamente, facilitando accessi illegittimi da parte degli hacker”, conclude il direttore Raguseo.